Possono i Social salvare le attività commerciali durante una pandemia?

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L’inizio del 2020 sarà un periodo che verrà ricordato a lungo, sia da tutti noi protagonisti involontari del cambiamento di un’epoca che in futuro come case study.

Rinnovamento digitale e attività commerciali

In questo articolo non analizzeremo l’impatto sociale, economico e psicologico ma il rinnovamento digitale e come i tool sviluppati ad oggi ci vengono in aiuto in un momento così delicato.

Se la pandemia fosse arrivata nel 1999 sarebbe stato sicuramente molto più complesso in termini di possibilità ma allora perché alcune attività si comportano come se avessero a disposizione solo gli strumenti degli anni ’90?

Chi è l’autore di questo Post

Mi presento, sono Valeria, mi trovi su Instagram su @aperitivi_urbani e principalmente mi occupo della comunicazione digitale di bar e ristoranti ma il mio pensiero può essere declinato a quasi tutte le attività commerciali.

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Cosa deve avere un’attività per stare online?

Partiamo dagli elementi imprescindibili che un’attività deve avere in qualsiasi momento storico:

  • Mission e vision aziendale (chi siamo/ caratteristiche distintive dell’azienda/ qual è il nostro target/ cosa vogliamo vendere/ quali sono i nostri valori aziendali/ quali gli obiettivi concreti nel breve e lungo termine)
  • Insegna leggibile e comprensibile
  • Store / locale pulito e ordinato
  • Offerta merceologica coerente e precisa
  • Menù / listino comprensibile
  • Staff competente ed educato

Se questi punti sembrano delle banalità sappiate che non lo sono affatto e che se questi passaggi non sono chiari in analogico nessuno strumento digitale potrà fare miracoli perché i due mondi sono uno lo specchio dell’altro.

Ipotizzando che i punti precedenti siano tutti perfettamente sviluppati capiamo come declinarli sul web.

Durante il lockdown è venuto improvvisamente a mancare il contatto diretto tra cliente e negozio, per vendere prodotti o servizi bisognava passare dal web.

Come fa un’attività a farsi trovare sul web?

Per farsi trovare su internet ci sono principalmente 3 modalità:

  • Direct, i clienti cercano il nome esatto o l’indirizzo dell’attività.
  • Discovery, i clienti cercano la categoria, il prodotto o il servizio.
  • Sponsored, i clienti visualizzano l’attività tramite sponsorizzazione pagata.

La ricerca Direct o Diretta

La ricerca “direct” dovrebbe essere la più semplice perché “organica” e lineare. Mi capita a volte però di cercare attività on-line, conoscendone il nome e/o l’indirizzo e di non trovarle.

Essendo la nomenclatura dell’insegna al di sopra dei negozi univoca, nel web si dovrebbe trovare lo stesso identico dato invece spesso si assiste a fantasiosi battesimi.

Ad esempio, l’Enoteca Ponte di Pietra su Instagram sarà “Ponte_Pietra_Vino”, su Facebook “Enoteca Ponte di Pietra Milano” e sul sito web “Enoteca Pietra”.

Cambiare la denominazione oltre a non renderci facilmente rintracciabili fa perdere i link dei tag cross social.

Discorso diverso ma non meno importante per l’indirizzo, è impensabile non scrivere i propri recapiti come la via e la città sui social poiché le pagine e le sponsorizzazioni (soprattutto se settate male) potranno raggiungere utenti molto lontani da noi che pensando di aver trovato un’attività nelle loro corde rimarranno delusi se il nostro delivery non copre la loro zona.

Bisogna comunque scrivere il proprio indirizzo anche nel caso in cui voi abbiate un e-commerce che consegna in tutto il mondo.

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Profondamente utile per farsi trovare tramite categorie merceologiche, soprattutto per chi non ha un e-commerce di proprietà, l’utilizzo di portali di delivery quali Glovo, Just Eat, Deliveroo, ecc.

Fondamentale il possesso da parte di ogni attività della sua scheda GoogleMyBusiness e la gestione di questo strumento.

La ricerca Discovery

Chi cerca in maniera “discovery” non conosce la vostra attività o per lo meno non è un vostro cliente così affezionato da inserire il vostro nome nel motore di ricerca, la ricerca discovery può essere sia organica che a pagamento, ricordatevi che per uscire gratuitamente dovete utilizzare nella maniera corretta le keyword che vi descrivono.

Ogni attività prima di aprire dovrebbe stilare un elenco delle 5-10 parole d’oro che la rappresentino.

Continuando l’esempio della nostra Enoteca Ponte di Pietra le parole da inserire potrebbero essere “Enoteca, Vino, Vendita dettaglio, Aperitivo, Milano”, queste parole devono essere inserite nelle bio, nei testi e nei tag.

La ricerca Sponsorizzata

Per il discorso “sponsored” bisognerebbe scrivere un articolo a parte perché ci sono moltissime tipologie di sponsorizzazioni, attività che consiglio anche per il rapporto tra una spesa esigua e il pubblico domestico abbastanza interessante che si può raggiungere.

Ricordatevi che la conditio sine qua non per sponsorizzare è avere canali aggiornati, scritti correttamente, con tutte le informazioni in regola, qualcuno che medi e risponda ai commenti in maniera educata e un’immagine e/o contenuto di qualità da veicolare altrimenti sarà soldi persi.

Che succede dopo essere stati trovati sul web?

A questo punto il pubblico vi ha trovato e la “fase 2” ruoterà attorno alla capacità e intelligenza del commerciante di attuare promo, sconti, servizi e ingegnarsi per vendere i propri prodotti.

Ricordatevi che se non c’è passione e sostanza i social non vi aiuteranno molto. Viceversa se c’è del midollo il web è una fortissima cassa di risonanza che ha premiato e premierà i virtuosi soprattutto in un momento così incerto.

I proattivi sono quelle persone che sono sempre pronte agli imprevisti e che colgono ogni onda come se fosse un’opportunità.

Non mi augurerei mai che le aziende che non vogliono utilizzare gli strumenti digitali falliscano ma viceversa mi auguro che i competenti, quelli che fanno le cose bene e rincorrono i cambiamenti abbiamo ancor meno possibilità di chiudere degli altri, poi il mondo è fatto di variabili impazzite.

Ricordiamoci che

Se ci fossero stati solo cespugli bassi le giraffe ora non avrebbero il collo lungo.

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@Aperitivi_Urbani

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