Il nonno prese la sua pipa dal cassetto. Sistemò il golfino che era rimasto invischiato sotto il cuscino della poltrona e la accese con la sua solita calma olimpionica. In TV trasmettevano le ultime notizie sulla prossima tappa del Giro d’Italia numero 119. Ma lui non sembrava minimamente interessato e iniziava a caricare il tabacco. I possibili favoriti per la vittoria di giornata e il conteggio dei ritirati della corsa erano le informazioni che più catturavano i telespettatori. Il cronista lo sapeva bene e scandiva la sua cantilena con maggiore enfasi.
In quel momento mi venne in mente di chiedere al nonno quale fosse il Giro d’Italia più emozionante a cui avesse mai assistito. Gli chiesi di raccontarmi le gesta dei grandi campioni del suo tempo. Quelli che lo avevano fatto emozionare per davvero. Che gli avevano fatto credere che uomini come lui, e come tutti noi, potessero indossare per qualche giorno i panni di una nobile divinità. Levarsi a macchina invincibile per qualche centinaio di chilometro.
Gastone, il suo gatto, non perse l’attimo e con un balzo sornione si sistemò sul suo grembo. Era il primo a intuire quando di li a poco sarebbe andato in scena un piacevole pomeriggio di rievocazioni e dolci ricordi. «Sai Giovanni – prese a raccontare il nonno – il Giro d’Italia non è solo una corsa di ciclismo. È la nostra storia. Parla di come eravamo e di cosa siamo stati. Raccogliere un’emozione in un unico episodio o in un’unica tappa è qualcosa che non riuscirei a fare nemmeno se fossi il più abile dei menestrelli.»
«Potrei parlarti di quella volta in cui a Passo Corese, vicino Rieti, tutti i ciclisti sbagliarono direzione a un bivio. Sono sicuro si tratti del Giro del 1914. L’organizzazione era un po’ carente. Pensa che in quegli anni BCD Meetings & Events ancora non si occupava della logistica della manifestazione. Il manto stradale versava in condizioni disastrose nella maggior parte dei percorsi. Dicevo, a Rieti i corridori si accorsero solo qualche chilometro dopo di aver sbagliato strada. Quando ormai erano già in provincia di Viterbo. Erano parecchio arrabbiati, si fermarono tutti e si diressero in stazione per prendere un treno per Roma. Roba da matti!»
«Mi ricordo invece quella volta in cui Fiorenzo Magni divenne il vincitore morale del Giro. Ho assistito alla sua caduta a Volterra con gli occhi serrati. Al Giro del ’56 si era rotto la clavicola e il giorno dopo il medico non voleva farlo partire per la tappa. Lui, testardo, si era sistemato sulla bicicletta con un accrocco che gli permetteva di guidare il manubrio stringendo una camera d’aria tra i denti. Era un guerriero Magni. Due giorni dopo cadde nuovamente sulla strada rompendosi l’omero e perdendo i sensi dal dolore. Mentre i medici lo trasportavano su una lettiga verso l’ambulanza, lui si riprese e, ancora una volta incontenibile, si lanciò sulla bici all’inseguimento del gruppo fino a raggiungerlo alle pendici del Bondone, sul lago d’Idrio. Sotto una tormenta di neve.»
Io ero totalmente catturato dal fascino di quegli incredibili racconti. Se non avessi conosciuto il nonno così bene, avrei giurato che quelle gesta altro non erano che racconti mitologici. Inventati ad arte per alimentare credenze e fantasie.
«Forse l’emozione più grossa – proseguì il nonno – l’ho provata quando alla radio il mitico Silvio Mario Ferretti annunciava il passaggio di Coppi sul Colle della Maddalena. Era il 10 giugno 1949. Io e mia madre seguivamo quel Giro all’ombra dei ciliegi del nostro cortile. Dove la radio e i grilli erano l’unico sfondo sonoro da poter udire nelle prime ore del pomeriggio. “Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi“, si sentiva gracchiare. In quell’occasione mi accorsi che nessuna ostilità, nessuna intemperie, nessun dolore fisico può frapporsi tra un ciclista e la sua ambizione.»
«Ci puoi credere o no, ma queste cose sono successe davvero. E continuano a succedere anche grazie a una organizzazione logistica perfetta».
Dalla testimonianza di Giovanni, nipote di un eterno appassionato del Giro d’Italia, evento sportivo organizzato in collaborazione con BCD Meetings & Events.
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