Non sono mai stato un uomo socievole. Devo ammettere che, i rari momenti di sollazzo che mi sono concesso, li ho trascorsi in disparte ad origliare le chiacchiere della gente piuttosto che partecipare ai pettegolezzi di piazza del Mercato. Per questo agli occhi della Corporazione non sono mai stato ben visto. Fin da piccolo mio padre mi ha sempre ripetuto «Se vorrai raggiungere un ruolo di potere nella Corporazione, potrai anche avere tanti nemici ma dovranno sempre essere meno dei tuoi amici».
Aveva ragione, l’ascesa ai vertici della Calimala era un affare per uomini diplomatici. Abili tessitori di trame solide e intricate come quelle di un ragno testardo che sorride alla pioggia mentre i suoi fili si disfano inesorabilmente. La mia cardatura, la mia raffinazione e la mia tintura erano le migliori ma nessuno tra gli Albizi e i Ghiberti voleva riconoscerlo. Benedetta fu la cena in cui Duccio mi fece conoscere la compagnia Res et Congressus. Per onestà, confesso di essere stato restio anche in quella occasione. Mi proposero immediatamente di partecipare alle fiere della Champagne. Si trattava di una serie di fiere di nuova inaugurazione – che i Mercatanti di Firenze ancora snobbavano – ospitate nei pressi di Lagny, Bar-sur-Aube, Provins e Troyes.
Res et Congressus era convinta che esportare da quelle parti i miei panni di alto pregio avrebbe aperto le porte delle grandi corti del Nord Europa. Avrei rinsaldato gli accordi commerciali con gli emissari della Corona Francese, ma soprattutto, avrei intavolato profittevoli amicizie con principi e granduchi. Si prospettavano giorni di sacrificio, per le mie botteghe e per la mia famiglia, ma la compagnia rese tutto molto semplice. Gli spostamenti si riducevano al minimo, solo quando la mia presenza era davvero richiesta da committenti di alto rilievo. Res et Congressus avrebbe pensato a tutto.
Tracciando questa nuova via, mi sarei differenziato dagli altri soci della Calimala. Avrei smesso di utilizzare le fiere italiche come mero luogo di cambio valuta e di merci. La sicurezza garantita dai conti di Champagne e la favorevole posizione geografica, faceva sì che anche la nobiltà fiamminga e tedesca si recasse a incontrare gli imprenditori. L’idea era davvero ben studiata.
Devo gran parte del mio lustro a Res et Congressus. I miei tessuti raffinati hanno presto varcato la soglia delle sfarzose residenze delle casate francesi. Una famiglia in particolare decise di conoscere personalmente l’autore di così tanto pregio estetico. Divenni un’abituale presenza al cospetto di Giovanni II di Francia detto il buono e Bonaria di Lussemburgo, figlia di Giovanni. Richiedevano espressamente la mia consulenza per ornare i finestroni della villa di Melun: dovevano abbinarsi alla perfezione con le vesti della duchessa in vista dell’incoronazione del marito a futuro Re di Francia.
Un racconto di Paolo Strozzi, commerciante di tessuti dell’Arte dei Mercatanti di Firenze che ha richiesto il servizio operativo di BCD Meetings & Events per i suoi affari.
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